Non sopporto gli outlet e trovo incoerenti le riviste di moda che fanno pubblicità a questi posti.
Le riviste pubblicano capi che sono nelle nostre boutique, raccontano di uno "stile" di collezione e di stagione che negli outlet non c'è e fanno pubblicità ai luoghi che questi capi forse li vedranno un pò "stroppicciati" tra un anno manche due o tre... capi che vengono pagati con uno sconto sul cartellino del 50% ma che se sono lì è perché non sono ancora stati venduti. I motivi sono una vestibilità sbagliata, difetti, tessuti non adatti o sovrapproduzione. Gli outlet sono posti dove se ci capiti per puro caso, puoi tentare al colpo di fortuna, ma pensare di fare km e code per arrivarci lo trovo non solo mortificante ma degradante! Il luogo comune porta a pensare che lì si facciano grandi affari, ma sono poi questi gli affari su cui investire?
Resto dell' idea che fare delle malattie per un capo griffato sia qualcosa da superare, se si può si fa se no pazienza! I soldi li abbiamo grazie al tempo che investiamo per poter lavorare, i soldi in pratica sono il nostro tempo e il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo!! Vale la pena investire il nostro tempo in capricci e situazioni non alla nostra portata? Io penso proprio di no! Ma al di là di questo mio pensiero, resto dell' avviso anziano che "CHI PIU' SPENDE MENO SPENDE" e spessissimo la bottega sotto casa si rivela l'affare migliore!
Ecco i miei 5 buoni motivi per preferire la bottega all' outlet:
1) i capi in boutique sono scelti da persone che amano tantissimo il proprio lavoro; mesi di campagne acquisti e ricerche. Ogni oggetto presente è lì perché sentito. E se nei negozi che entrate non percepite amore, allora in quel caso tanto vale andare negli outlet! L' amore se si trova, va premiato, io credo.
2) le collezioni sono miscelate tra loro, prendendo forza l'una dall'altra, si crea uno stile.
3) Le mode si inventano e chi ha esperienza riesce a dare visibilità ad un' intenzione. Si scelgono tessuti e laboratori per fare quasi tutto a mano e in Italia. Si cerca di lavorare il più possibile nel proprio territorio per creare situazioni di lavoro per tutti, privilegiando le realtà locali.
4) In boutique si può trovare ancora "il fatto a mano" e pagare piccoli preziosi oggetti esattamente quanto piccoli oggetti massificati e tutti uguali. Il fatto a mano è un lusso che ci si può assolutamente permettere.
5) In boutique si coltivano i rapporti, si fa amicizia e si pensa ai clienti che non sono mai numeri da sbandierare ai telegiornali per i record di affluenza. I clienti si chiamano Paola, Serena, Simona, Floriana, Martina, Paolo, Cristina... insieme si sta bene e si fanno tante cose che vanno al di là del momento di shopping. In boutique si può dare consigli perché si conoscono i clienti e se non si conoscono c'è il tempo per seguire la persona con personalità. Si accettano sempre i cambi; per una taglia sbagliata o semplicemente perché il dono non è piaciuto. In boutique i pacchettini per i regali e le confezioni sono personalizzati e fatti con gusto... e voglia!
Le piccole botteghe vanno sostenute. Gli entusiasmi alimentati. Gli interessi coltivati.
Gli ambienti sterili, massificati, commercializzati tolgono il piacere dello shopping fatto con gusto
e trasformano tutto in qualcosa che è molto più vicino a quello cha fai tutti i giorni:
la spesa al supermercato!