domenica 11 settembre 2011

A patto che ci sia un lieto fine...

Le mie bambine non erano ancora nate eppure sono cresciute sapendo che l’11 settembre è "una data". Sono cresciute consapevoli che significhi qualcosa ma senza conoscerne i dettagli. Senza capire. Ora, rivedendo le immagini sul web, dei pompieri per esempio e di tutte quelle persone disperate, mi sono trovata a volerne salvare qualcuna, con l' intenzione di mostrargliele, prima o poi. Vorrei trovare le parole giuste per spiegare alle mie bambine cosa è successo, senza spaventarle e senza però sminuire il dramma e vorrei farlo già oggi, perché se per caso ne sentiranno parlare alla televisione o tra gli adulti, vorrei potessero capire. Ma onestamente, ne sarò capace? In generale il consiglio degli psicologi è quello di parlare di tutto con semplicità, trascurando i dettagli. Ma quali sono i dettagli dell' 11 Settembre trascurabili??? Cerco aiuto su internet e trovo un articolo. "Come è possibile trovare una risposta al fatto che 19 individui dirottarono quattro aerei commerciali e uccisero tremila persone innocenti? Come rassicurare i figli americani che – nonostante tutto questo – si può ancora salire in aereo o in metropolitana o attraversare i ponti? La generazione "post 9/11" – e in primo luogo quella di New York, la città più duramente colpita dagli attentati – è cresciuta in mezzo a un’allerta costante. Sono bambini abituati a passare attraverso il metal detector dei musei, a togliersi le scarpe e a consegnare i giocattoli per il controllo negli aeroporti. La presenza delle guardie armate della sicurezza nei luoghi pubblici rientra nella "normalità" ed è diventata parte della routine quotidiana anche per gli adulti. " Ecco... sono ancora più confusa. I nostri bambini non vivono quotidianamente e direttamente tutto questo, è però giusto che sappiano, io per lo meno la vedo così.  Poi ho avuto un' idea; ho pensato che questa storia poteva essere raccontata solo a patto di riuscire a trovare un lieto fine. Penso di averlo trovato. Il lieto fine sarà raccontare che chi ha vissuto direttamente quei momenti, si è rialzato;  il grande affiatamento delle persone, la complicità e il grandissimo coraggio dei soccorritori, una potenza di generosità e altruismo disarmante. La serenità di sapere che gli eroi esistono davvero e che tutti possiamo essere eroi se lo vogliamo. Ok, chiudo la bottega, vado a casa e ci provo.


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