venerdì 23 maggio 2008

23 Maggio 1992


Erano quasi le 17:58 del 23 maggio 1992. Il giudice Giovanni Falcone era da poco atterrato all’aeroporto di Punta Raisi con la moglie Francesca Morvillo anche lei magistrato. Si dirigeva a Palermo con la sua solita scorta. Tutto era tranquillo sull’autostrada Trapani-Palermo. Ma in un istante la croma marrone guidata dagli agenti della scorta salta in aria, investita da un’esplosione di 5 quintali di tritolo, e subito dopo anche l'auto del magistrato con accanto la moglie Francesca e dietro l’autista Giuseppe Costanza, rimasto vivo quasi per miracolo.
Un'esplosione radiocomandata da Cosa Nostra per uccidere 5 persone di grande coraggio e spessore. Nell’attentato di Capaci, insieme al giudice siciliano e alla moglie, rimasero uccisi anche tre dei sei agenti della scorta:
Antonio Montinaro 30 anni di Calimera (Le), arruolato in Polizia nel 1981 e assegnato al servizio scorte nel 1991 dopo essere stato in forza per alcuni anni alla squadra mobile. Lascia la moglie e due figli.
Vito Schifani 27 anni di Palermo, arruolato dal 1989 e assegnato al reparto scorte nel dicembre del 1991. Lascia la moglie e un figlio di pochi mesi.
Rocco Di Cillo 30 anni di Triggiano (Ba). Diplomato in chimica industriale e arruolato dal 1988.


"Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene"

(Paolo Borsellino)
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